King, non solo It

Non ho letto molti libri di Stephen King, ma posso dire con onestà che reputo questo autore uno dei migliori scrittori contemporanei. A volte la sua grande popolarità e il sorprendente numero di romanzi (e altri lavori) pubblicati all’anno, gli hanno procurato una nomea non troppo lusinghiera. Nonostante questo, basta leggere alcune delle sue opere per rendersi conto di trovarsi di fronte a un professionista e ad un uomo dall’animo profondo e dalle mille sfaccettature.

King è noto soprattutto come re dell’horror, ma ha scritto tantissime storie in cui questo genere trova poco o nessuno spazio, in cui prevale il fantastico o il dramma totalmente umano. Come mi è già capitato di dire qui, è questo il King che preferisco per un puro gusto personale, ma non escludo affatto che ogni suo lavoro derivi da un’accurata, minuziosa analisi della psiche umana, delle sue emozioni, delle sue debolezze e paure, elemento che arricchisce le stesse storie dell’orrore con risvolti bel più terrificanti del mostro o demonio al di fuori di noi.

È questo elemento a rendere le sue opere così verosimili e coinvolgenti, sia laddove il fattore paranormale sia imprescindibile – come ne La zona morta o Il miglio verde – sia in quei racconti che sono poco più di uno spaccato di vita normale – come Il corpo (da cui è stato tratto il film Stand by me) o Colorado Kid.

Ovviamente in quasi tutte le storie di King vi è un elemento di mistero, che ha il ruolo di motore della storia. In Stand by me è la sparizione di un ragazzo in una piccola città che dà il via alla ricerca del presunto cadavere da parte di un gruppo di quattro ragazzini; in Colorado Kid è il caso irrisolto di un uomo senza vita che viene ritrovato su una spiaggia, sul quale per tanti anni investigano due appassionati reporter. Ce lo dice lo stesso autore nella post-fazione dell’opera: il punto questa volta non è raccontare una storia lineare, non è svelare la soluzione del mistero; il punto è il mistero stesso, è l’attrazione delle persone verso quel mistero, istintiva e irresistibile.

In pratica ogni essere umano vive immerso nel mistero dell’esistenza. Perché siamo qui? Come inizia e come finisce tutto questo? Non riusciamo a rispondere a queste domande, ma forse troveremo qualche altra risposta nel frattempo, o impiegheremo le nostre vite nello slancio della ricerca. King racconta benissimo questo slancio, le sue opere sono pregne di umanità e persino un cadavere del Colorado arriva a trasmetterci qualcosa, con i suoi indizi assurdi e i brandelli di vita che ha lasciato dietro di sé.

Ma c’è un altro elemento che King pone spesso al centro della scena: la scrittura stessa e il piacere/la necessità di raccontare. In Stand by me la voce narrante è quella del protagonista ormai diventato adulto, il ragazzino che si mette sulle tracce del cadavere e che ama raccontare storie ai suoi amici; è diventato uno scrittore.     In Colorado Kid sono due anziani reporter a raccontare l’enigma del corpo sulla spiaggia a una giovane leva del giornalismo. Quella è la loro storia, il loro mistero, e giunti ormai al tramonto delle loro vite senza aver trovato la soluzione, non gli resta che “passare il testimone” a qualcun altro che possa continuare quel tipo di ricerca, con la stessa curiosità e la stessa grande passione. Lo stesso lettore può così cimentarsi nella creazione fantasiosa di soluzioni possibili (o anche impossibili!).

Detto questo… sono davvero tanti i libri di King che vorrei leggere e, aggiunti a tutti gli altri e a tutte le altre cose da fare, non so se una vita basterà!                                     A te piace questo autore? Quali sono secondo te i suoi libri più belli?

21 pensieri riguardo “King, non solo It

  1. Stephen King è prima di tutto un grandissimo romanziere. Ho letto più di 50 suoi libri e soltanto uno lo reputo sotto la sufficienza,mentre tantissimi sono eccellenti, straordinari. E poi è lo scrittore dopo Shakespeare ad avere il maggior numero di trasposizioni teatrali o cinematografiche. E’ il re, non si discute.

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      1. beh…ce ne sono decine: il mio preferito è Pet Semetary, poi ti direi IT, l’ombra dello scorpione, cose preziose, 22/11/63, christine, stagioni diverse…scegli a caso, non rimarrai delusa

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  2. Shining imprescindibile! Mi sono piaciuti anche Le notti di Salem, L’incendiaria e L’acchiappasogni. Più o meno Pet Sementary. Un po’ noiosi Il gioco di Gerald e Insomnia. E dire che non sono un’amante di King! Secondo me a volte finisce sull’essere prolisso in punti inutili, ma l’ho riscontrato soprattutto in Insomnia. Diciamo che non mi piacciono molto le lunghe descrizioni di fattorie e campagne statunitensi per poi soffermarsi tre righe su passaggi più intriganti. Però, ripeto, dipende anche dal libro. Shining e It li ho trovati meravigliosi 🙂

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      1. A dire il vero la prima volta, quando ho iniziato a leggerlo, mi sono interrotta. Però poi si deve dire che, sebbene il film possegga un fascino e una levatura rara, il libro contiene risvolti che vengono ben poco analizzati nel film – ripresi poi in Doctor Sleep – e credo in alcuni passaggi riesca ad essere più angoscioso, ancora. Una chance non si nega a nessuno. Buona lettura! 🙂
        ì

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  3. Anch’io ho letto poco di King, soli la saga della “Torre Nera” e mi manca ancora l’ultimo. Però è sicuramente un autore che ha scritto tanti romanzi interessanti e mi piacerebbe leggere qualcos’altro di suo…

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